Risparmio
Prezzo d'uso dei capitali, risparmio ed investimenti
1-Interesse.
Se un soggetto dispone di capitale può cederlo ad un altro dietro un compenso detto interesse, che non è altro che il prezzo che si paga per l’utilizzo di un capitale. Esso viene misurato attraverso il saggio di interesse, ovvero attraverso l’interesse che viene maturato dalla valuta minima nell’arco di un anno.
I capitali possono essere ceduti sia sotto forma monetaria ( che proviene dal risparmio) che sotto forma di beni ( affitto di un appartamento, fornitura di merci a credito,…).
2-Offerta e domanda del risparmio.
Perché si crei il prezzo d’uso dei capitali sono necessarie le offerte e le domande di risparmio.
Una persona rivolge, normalmente, il proprio reddito sia al consumo che, in parte, al risparmio.
Negli stati sviluppati i cittadini risparmiano per i seguenti motivi: creare una scorta monetaria da utilizzare in vecchiaia, per ingrandire la propria attività, per ottenere un ulteriore reddito.
Il risparmio, a sua volta, può essere destinato per: soddisfare le esigenze quotidiane, essere utilizzato per prestiti, depositi bancari e acquisti importanti e, infine, essere tenuto in cassaforte o sotto il materasso.
Si chiedono capitali altrui, generalmente, per due motivi:
- a scopo di consumo: per acquistare un bene , il debitore è disposto a pagare gli interessi pur di avere, in tempi brevissimi, il bene.
- a scopo produttivo il debitore chiede un prestito per aumentare la produttività dei propri capitali.
3-Risparmio e investimenti.
Il risparmio può essere impiegato in diversi tipi di investimenti: industriali, fondiari, commerciali, in titoli, in azioni e obbligazioni.
Ogni investimento fornisce un determinato saggio di interesse che si ricava dal rapporto tra reddito annuo netto e valore di mercato. I saggi di interesse più bassi sono quelli dati dai terreni in quanto hanno un impiego lunghissimo, sono sicuri, sono quasi sempre produttivi e non sono soggetti ad inflazione.
Gli investimenti in titoli o depositi bancari andrebbero effettuati per brevi periodi o, al massimo, in momenti economici propizi poiché soggetti ad inflazione.
4-Garanzia del mutuo.
Giuridicamente il prestito di denaro è chiamato mutuo; colui che presta il denaro richiede garanzie reali come ipoteche e pegni. Altri tipi di garanzie sono: la cambiale, la garanzia personale e l’atto chirografaro.
Il pegno consiste nella consegna, da parte del debitore, di un bene mobile al creditore che, in caso di mancato pagamento, può vendere il pegno per rivalersi della somma prestata al lordo delle spese sostenute; se ciò non bastasse può tornare dal debitore per esigere la differenza.
L’ipoteca è una garanzia reale inerente ad un immobile; il debitore, tramite atto notarile, pone come garanzia un immobile ipotecandolo. Se il debitore non paga, il creditore può rientrare in possesso del credito vendendo all’asta l’immobile.
La cambiale è un titolo di credito esecutivo, formale e all’ordine, intestata al creditore e sottoscritta da debitore. Essa può essere firmata anche da un avvallante che si impegna a pagare nel caso in cui il debitore originario non lo faccia.
L’atto chirografaro è un documento scritto dal debitore di proprio pugno come prova del suo impegno verso il creditore. Al contrario della cambiale, non è un titolo di credito esecutivo e, perciò, in caso di insolvenza il creditore deve rivolgersi a un giudice.
La garanzia personale si basa sulla fiducia che il creditore ha del debitore; non vi è alcun documento scritto.
5-Credito e risparmio.
Il credito sussiste soltanto se c’è il risparmio. L’aumentare del tenore di vita implica l’aumento del consumo. La propensione al risparmio è, quindi, legata all’aumento del reddito nazionale; infatti il risparmio è una funzione crescente del reddito. Esso costituisce la base dell’economia di ogni paese.
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