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Fondi comuni mobiliari

I fondi comuni mobiliari (fondi aperti)


I fondi comuni mobiliari sono uno strumento democratico in quanto danno la possibilità di partecipare a certi tipi di mercato anche ad investitori con poca esperienza e limitate disponibilità.

Le novità finanziarie e normative,negli ultimi anni,hanno offerto a chi investe una varietà di prodotti che probabilmente hanno privato i fondi comuni della caratteristica distintiva senza però far perdere le ragioni che portano ad un investimento tramite questo veicolo e che si possono ricondurre a:

  1. delegare una società di gestione che si ritiene sia competente e professionale aspettandosi una ottima performance con un costo minore
  2. la possibilità di diversificare il portafoglio prescindendo dall’importo investito diminuendo quindi il rischio e contenendo le perdite
  3. la trasparenza dell’investimento che viene garantita dalle ampie informazioni disponibili e dalla verificabilità immediata del valore della quota
  4. un agevolato trattamento fiscale dovuto alla possibilità di compensazione tra redditi da capitale e redditi diversi.

La possibilità di utilizzare questi vantaggi è data dalla modalità particolare di funzionamento dei fondi che sono nati negli USA nel 1924. Nel nostro paese sono stati istituiti nel 1983;nell’ultimo decennio il sistema italiano è riuscito a colmare quel gap che aveva nei confronti di altri paesi.

Negli ultimi 2 decenni vi sono state molte innovazioni che hanno modificato la struttura dell’offerta di fondi; una di queste è stata la progressiva crescita dei numeri di fondi offerti e di società di gestione .

Altra tendenza in atto è quella che vede una crescente specializzazione dei fondi in aree di mercato di nicchia ( andando incontro ad investitori esigenti ) e dall’altro la crescente delega data ai fondi absolute return che hanno come obiettivo quello di offrire rendimenti positivi e stabili nel tempo indipendentemente dall’andamento del mercato.

Vi sono state anche innovazioni disciplinari e normative che hanno creato, insieme ai prodotti tradizionali,altre tipologie di prodotti. Una distinzione importante è data dalla natura del fondo:aperta o chiusa.

Definiamo fondi aperti quelli dove l’investitore può sottoscrivere o riscattare in qualsiasi momento le quote; definiamo fondi chiusi quelli dove l’investitore può riscattare le quote solo se trascorso un certo periodo definito nel regolamento. A questa categoria appartengono i fondi comuni immobiliari.

Altra distinzione creata dalla normativa italiana è quella sul grado di autonomia decisionale e i vincoli che la politica gestionale del fondo deve rispettare. Ciò consente la distinzione dei fondi comuni di diritto italiano armonizzato da quelli speculativi o riservati.

I fondi speculativi hanno la facoltà di investire in attività diverse da quelle normativamente previste e a derogare i divieti. Tale libertà operativa impone delle limitazioni nelle sollecitazioni del pubblico risparmio e nelle tipologie di investitori.

Al pari delle sicav i fondi comuni sono definiti da normative comunitarie e recepiti anche dall’organismo di investimento collettivo del risparmio ( OICR) e dall’ordinamento nazionale. La sua gestione è chiamata in monte o collettiva per distinguerla da quella individuale dove l’unico proprietario del portafoglio delegato è l’investitore.

Li accomuna invece la separazione patrimoniale cioè la distinzione del patrimonio delegato all’intermediario rispetto a quello di altri investitori che hanno optato per fondi comuni diversi. La sua peculiarità è quella di essere una cassa comune dove più investitori separatamente contribuiscono conferendo la delega alla società di gestione del risparmio che si occupa autonomamente di comprare o vendere rispettando il mandato ricevuto e i regolamenti.

Precisiamo che investire in un fondo comune comporta che il rendimento segua l’andamento delle scelte effettuate dal gestore che ha l’obbligo soltanto di svolgere il suoi lavoro diligentemente. Quindi, il portafoglio del fondo, è unico ma diviso in tante quote a cui vengono assegnate un valore unitario che può modificarsi in base alle performance e ai costi sul patrimonio comune.

L’investitore,in base alla somma investita riceve delle quote come al contrario, in base alla somma disinvestita vedrà ridursi le quote; la variazione del numero delle quote, o in + o in -,avviene in base al valore della quota nel giorno dell’operazione cosa che permette che il valore delle quote rimanga uguale per tutti i sottoscrittori. Il calcolo della quota viene fatto ad ogni termine di giornata lavorativa da parte della banca che ha il fondo in deposito.

Essa,per legge, deve custodire e vigilare i titoli e la loro valorizzazione. Tornando al calcolo della quota, esso è molto semplice: quando finisce la giornata lavorativa si fa il calcolo del marking to market e si vede se vi è stata variazione dal giorno precedente. La variazione,considerando nel calcolo le commissioni e le imposte, dà il valore netto della quota.

Di conseguenza tutti  i riscatti e le sottoscrizione della giornata  avranno come valore di quota quello calcolato. Naturalmente il flusso netto di liquidità determinerà il valore del portafoglio che servirà per il calcolo nel giorno successivo.

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