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CEE

CEE (Comunità Economica Europea)


1-Premessa.
Nel 1948 nacque l’organizzazione europea della cooperazione economica; tale organismo fu costituito perché,alla fine della guerra,molti paesi si ritrovarono economicamente deboli e disorientati. Tale organizzazione aveva lo scopo di coordinare le economie dei paesi aderenti e liberalizzare le tariffe. Nel 1951,Francia,Germania,Italia,Olanda;Belgio e Lussemburgo si staccarono dall’OECE per fondare la CECA(comunità europea del carbone e dell’acciaio). Nel 1957 gli stessi paesi costituirono altri 2 organismi:l’EURATOM(organismo che si occupava dell’energia nucleare ed atomica  a scopi pacifici)e la CEE(organismo che si impegnava ad integrare l’economia e la politica dei paesi aderenti). La sede della CEE si trova a Bruxell. Nel 1967 i 3 organismi si sono uniti formando la comunità europea.

2-Obiettivi e scopi della CEE.
Nel 1973 si aggiunsero altri 3 paesi:Danimarca,Irlanda ed Inghilterra. Si è venuto così a creare un vasto mercato aperto dove l’integrazione economica e la libera circolazione di persone,beni e capitali hanno avuto un rapido sviluppo. Il compito che la CEE si è assunto è quello di promuovere,tramite l’instaurazione di un mercato comune,uno sviluppo delle attività economiche armonico,un miglioramento del tenore di vita ed un miglioramento dei rapporti politici tra gli stati aderenti.

3-Politica agricola comune e valute verdi.
Tale politica si applica tramite 3 direttrici:politica delle strutture,politica commerciale e politica di mercato. Consideriamo solo la politica di mercato in quanto,assorbendo circa il 70%delle disponibilità finanziarie è sicuramente la più importante. Tale politica è attuata con sistemi di sostegno dei prezzi,ovvero,la comunità,in caso di produzione eccessiva,sostiene il mercato acquistando il prodotto direttamente a prezzi prefissati vantaggiosi. Ma qual è il prezzo prefissato? Naturalmente si è scelto di utilizzare una moneta unica che avesse lo stesso valore per tutte le nazioni. Inizialmente si è pensato di parificare il valore delle monete ma ciò non ha retto in quanto varie turbolenze hanno reso impossibile mantenere fisso il valore delle valute;si è cercato di prendere il dollaro come riferimento ma anch’esso,a causa delle sue fluttuazioni,non è stato considerato un riferimento attendibile. Si è provato quindi a costituire delle parità bilaterali tra le varie monete il cui valore di riferimento era ancorato a quello dell’oro. Naturalmente le varie valute hanno continuato a rivalutarsi e svalutarsi come in un’altalena anche se i contro valori della filiera istituita parevano resistere in quanto fissati dalle autorità e non dal mercato. Oggi è lo SME a controllare l’andamento monetario anche se sicuramente non riuscirà,con l’attuale struttura,a riportare l’agricoltura comunitaria ad un unico mercato.

4-Sistema monetario europeo.

E’ entrato in vigore nel 1979 ed ha creato un regime di cambi fissi tra le monete dei paesi membri. Questo sistema si prefigge di evitare che eventuali instabilità monetarie pregiudichino le integrazioni tra le varie economie. Ogni moneta può fluttuare al massimo del 2,25%rispetto alle parità bilaterali tranne per la moneta italiana che può oscillare del 6%a causa dell’inflazione. Le banche centrali dei paesi membri devono intervenire quando:la loro moneta si pone al limite di fluttuazione rispetto ad un’altra;quando la moneta tocca il 75%della divergenza consentita nelle fluttuazioni rispetto alla parità con l’ECU.

 

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