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Rischi obbligazioni

Il rischio obbligazionario (derivato dalle obbligazioni)


Anche se normalmente il termine rischio può far pensare ad una cosa negativa,in ambito finanziario,è inteso come incertezza. In una operazione di investimento,il rischio speculativo viene creato dall’eventualità che un’attività possa subire variazioni di quegli elementi che formano il rendimento e quindi l’esito finale.

Fanno parte dei rischi delle obbligazioni:

  1. insolvenza della controparte
  2. rischi di mercato

I primi possono intaccare un vasto numero di operazioni. Questo rischio è dato dalla possibilità che l’emittente non voglia o possa rispettare i pagamenti di cedole e di rimborsi di capitale.

Le categorie di rischi di insolvenza si individuano:

  1. rischio di credito o insolvenza in senso stretto
  2. rischio di migrazione
  3. rischio temporaneo di insolvenza
  4. rischio paese

Il rischio,in senso stretto,di insolvenza avviene nel caso di emittente non in grado di onorare l’impegno,in questo caso chi investe rischia di non vedersi rimborsato il capitale e di non ottenere gli interessi spettanti.

Il rischio di credito non è altro che la certezza di non vedersi rimborsati. Il rischio in senso stretto può essere paragonato ad un rischio puro se si ipotizza che chi investe mantenga il titolo per tutta la sua durata. In realtà spesso,si osserva,come la variazione,assegnata ad una emittente,di merito creditizio,si ripercuota sul prezzo del titolo emesso.

Ciò avviene nel caso le agenzie di rating diminuiscano o aumentino il rating dato ad una emittente;infatti la variazione di quest’ultimo va a toccare ( in più o in meno) il premio a rischio richiesto dal mercato. Tale premio a rischio determina la riduzione o l’aumento del rendimento richiesto per il titolo e contestualmente diminuisce il prezzo del titolo sul mercato.

Quanto appena detto può essere riconducibile al rischio di migrazione. Quello di insolvenza temporanea accade nel caso in cui chi emette il titolo non riesca a onorare in maniera puntuale il pagamento;tale ritardo diventa per chi investe un immobilizzo finanziario che provoca necessariamente effetti negativi. Il rischio paese avviene quando chi emette non risiede nel nostro stesso paese.

In questi casi può succedere che l’emettitore non sia in grado di onorare gli impegni non per propria volontà (tensioni militari,crisi valutarie del suo paese).

I rischi di mercato si dividono in :

  1. rischio di reinvestimento
  2. rischio variazione di prezzo
  3. rischio di cambio

Il primo è tipico nelle circostanze in cui il titolo abbia cedole periodiche; dall’ottica dell’investitore questo rischio viene a crearsi nel momento in cui sul mercato finanziario stesse operazioni vengano negoziate con rendimenti inferiori o superiori.

Il rischio di prezzo è dovuto all’eventualità che il prezzo del titolo subisca una variazione nel corso del tempo dovuta alla variazione del mercato e dei tassi di interesse.

Il rischio di cambio viene a crearsi quando l’investimento è denominato con una valuta diversa da quella con cui fa riferimento l’investitore.

Il concetto di rischio connesso al tasso di interesse può essere compreso ricordando le fonti di reddito:

  1. cedole,
  2. utili reinvestiti derivanti dalle cedole,
  3. differenza tra il prezzo di vendita e quello di sottoscrizione.

Tali flussi sono incerti e si manifestano a seconda del titolo: in quelli a cedola variabile  non è dato conoscere né l’utile dovuto al reinvestimento,né l’importo della cedola e neanche il prezzo con il quale il titolo viene liquidato se non mantenuto fino al termine. In quelli a cedola fissa invece si conosce almeno l’importo della cedola.

Da quanto detto sopra è possibile comprendere i 2 componenti di rischio dovuti ai tassi di interesse:

  1. il rischio di prezzo
  2. il rischio di reinvestimento.

Il secondo è dovuto alla situazione del mercato e dal tasso di rendimento con il quale le cedole saranno reinvestite;con il primo il problema è dovuto alle variazioni di prezzo connesse all’andamento dei tassi di interesse.

Con una variazione dei tassi i 2 componenti hanno una reazione totalmente contraria in quanto con l’aumentare dei tassi le condizioni di reinvestimento migliorano ma i prezzi dei titoli scendono,al contrario con il ribasso di questi i prezzi aumentano e il rivestimento peggiora.

Da sottolineare è che i prezzi non si abbassano uniformemente per tutti i titoli obbligazionari;ecco perché l’analisi deve includere 2 aspetti: durata dell’investimento e tipologia di titolo e il “rapporto di forza”creatosi tra i 2 tipi di rischio.

Il rischio legato alla solvibilità dell'emittente è chiamato  rischio DEFAULT, comprende non solo il caso di fallimento ma anche a ritardi di pagamento o pagamenti parziali. Ecco perché il prezzo dell’obbligazione può dipendere dal verificarsi di tali condizioni.

Le  agenzie di RATING non sono altro che enti preposti a stilare valutazioni sulle varie emittenti e sulla loro affidabilità; in sostanza  fornisce le informazioni ai risparmiatori sui vari gradi di rischio che corrono affidandosi alle varie emittenti. Inoltre  il rating è molto utile a chi emette titoli in quanto può agevolare la determinazione del prezzo e la collocazione dei titoli.

Tale giudizio è formato da un indicatore alfanumerico in grado di essere capito dalle varie società. Esiste poi una relazione tra rating assegnato  e rendimento offerto,solitamente maggiore è il rating attribuito alla società e minore sarà il rendimento e viceversa.

Questo processo ha favorito la diffusione di un altro indicatore di rischio, il CREDIT SPREAD che non è altro che la differenza tra tasso di rendimento di emissioni corporate appartenenti a un determinato rating e  il rendimento di titoli statali con stessa maturità. Utilizzando tale indicatore è possibile cogliere direttamente il livello di rischio di un corporate bond perché il titolo statale a cui si riferisce è ritenuto l’investimento con rischio più basso. In conclusione il credit spread è un’ottima fonte di informazioni anche se in determinati casi può presentare inefficienze.

Può infatti accadere che il mercato non sia abbastanza liquido cosa che pregiudicherebbe le contrattazioni più importanti o anche che il mercato non sia supportato da informazioni sufficienti. In questi casi la variazione del prezzo è riconducibile alle inefficienze di mercato più che ad un effettivo cambiamento del rating.
 

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