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Costi fondi comuni

Costi di gestione dei fondi comuni mobiliari


I costi  di un fondo rivestono un’importante informazione che deve essere data all’investitore. L’unico costo sempre presente è quello delle commissioni di gestione mentre gli altri non è detto che ci siano necessariamente dipende dal tipo e dal collocatore.

Le commissioni di ingresso sono quelle che si sostengono al momento della sottoscrizione(fondi load) ma in alcuni tipi di fondo(no load) esse non ci sono ma vengono integrate nelle commissioni di gestione. Le diverse classi dovrebbero essere valutate dall’investitore in base al tempo medio di permanenza nel fondo in quanto la scelta deve dipendere molto dalla motivazione che spinge il soggetto ad investire.

Nel prospetto informativo vi può essere anche ,in caso di volontà del collocatore, la descrizione di eventuali sconti sulle commissioni d’ingresso(oggi nel mercato molti collocatori on line la praticano).Ma come si applica la commissione d’ingresso? Semplice,il numero di quote da assegnare all’investitore viene calcolato sottraendo dall’importo lordo dell’investimento la percentuale di commissione gestionale e di diritto amministrativo. Oltre a questi costi ve ne sono altri tutti a carico dei sottoscrittori (banca di deposito,società di revisione,spese legali, etc.) e che vanno ad incidere sul valore delle quote.

Una lettura attenta del prospetto permette la valutazione non solo dell’onerosità del fondo ma anche della ripartizione dei ricavi tra la società di gestione ed i collocatori. Obbligatorio, nella seconda parte del prospetto, è l’indicazione del TOTAL EXPENSE RATIO) cioè l’incidenza dei costi che in media gravano sulla massa gestita. Infatti qui vanno a finire tutti i costi che influenzano il valore della quota tranne uno:il costo di negoziazione.

Un’altra informazione presente nella seconda parte è relativa al tasso di rotazione del portafoglio(ci spiega indirettamente l’incidenza dei costi sul patrimonio comune). L’indicatore total expense ratio consente l’evidenziamento delle voci maggiormente incidenti sul costo complessivo:commissioni d’incentivo e commissione di gestione. La commissione di gestione altro non è che il compenso che la società pretende per la gestione del fondo e questo valore è espresso in  una percentuale annua sul valore totale netto del fondo.

Essa appare:

  1. in media più alta nei fondi con rendimento/rischio elevati.
  2. direttamente proporzionale alla specializzazione del fondo;
  3. più sono specializzati in un settore più le commissioni sono elevate.

Tale commissione è sicuramente uno dei costi che più di altri producono sottoperformance rispetto al benchmark corrispondente che invece non è penalizzato da costi. Da evidenziare è anche la destinazione dei ricavi delle commissioni di gestione incassate. Infatti il settore del risparmio gestito  è distinto da due momenti:il momento produttivo(se ne occupa la società di gestione) e quello distributivo(se ne occupano banche,promotori distributori on line).

Si capisce che nella prima la presenza  nel territorio è minima e quindi priva di placing power,cosa che li costringe ad avvalersi di soggetti collocatori. Tra  una società collocatrice e una di gestione si instaura un meccanismo chiamato di retrocessione:tutti i ricavi della vendita del fondo vanno a finire nel conto economico del gestore che poi riconoscerà ai distributori una determinata quota di tali ricavi. Il nuove prospetto informativo dà utili informazioni al riguardo specificando le varie percentuali che i costi hanno sul fondo e sui collocatori.

L’ente assogestione ha verificato che le commissioni di entrata servono allo scopo di coprire i costi derivanti dai servizi offerti dalla rete distributiva. Interessante è notare che delle 41 società di gestione che gestiscono fondi con commissioni di entrata, 32 di queste retrocedono ai collocatori il 100% della commissione,5 circa l’80% e 4 niente. Anche per le altre commissioni(gestione e incentivo) le varie società retrocedono percentuali diverse tra loro.

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